mercoledì 25 aprile 2018

Il racconto della campagna elettorale 2018 per le comunali di Siena

Tutti i commenti che ho letto sull’incontro tra Valentini e De Mossi, del 23 Aprile, hanno riscontrato un tratto comune: l’atmosfera da tifoserie opposte nella saletta (troppo angusta) allestita per l’appuntamento. Molto ceto politico (o aspirante tale…), insomma, presente, pochi, se non pochissimi, cittadini, realmente interessati a farsi un’idea sui programmi per la Città del 2020. Il clichè degli slogan ,‘Voltiamo pagina!’ per De Mossi, “La forza dei risultati” per Valentini ha preso il sopravvento su una puntuale analisi sugli errori dell’Amministrazione e sull’effettivo raggiungimento degli obbiettivi. Ne è uscito un dibattito articolato, ma confuso e slegato, con qualche stoccata puntuta e polemica, ma pochi approfondimenti, in cui si spera, magari, in prossimi (auspicabili) confronti tra candidati.
Proviamo a mettere un po’ d’ordine, allora. Alla domanda della giornalista Machetti sulle nuove nomine della Fondazione MPS, di spettanza del Comune di Siena, Valentini ha voluto rivendicarne l’autonomia dal condizionamento della politica, con l’apprezzamento per un presidente eletto senese, dicendo, tuttavia, che prima (?) si utilizzava il ‘bilancino politico’. Valentini ammette, ora, quel che tutti sanno in Città, da tempo, ma qualcuno, onestamente, ricorda qualche critica di Valentini a quel andazzo nei tempi dell’acclarato ‘Sistema Siena’? Il Sindaco uscente rivendica, poi, le azioni risarcitorie in corso contro importanti istituti bancari e advisor finanziari (che potrebbero portare ‘diversi milioni’ alla Fondazione, dice Valentini…) e i processi a carico dei responsabili, ma il suo riferimento è generico, giusto per strizzare l’occhio su un argomento a cui sa che la comunità senese è sensibile, dispensando a manica larga ottimismo sulle sorti di MPS (con accenni alla soluzione -tutta da verificare- sui crediti deteriorati), ricordando l’impegno del ministro Padoan (rieletto nel PD nel collegio senese) nel salvataggio della banca (dimenticando di dire che è costato ai contribuenti italiani quasi 9 miliardi di euro).
Sull’argomento De Mossi aveva gioco facile. Il disastro MPS è noto a tutti e non ha mancato occasione di rivendicare la sua personale azione per aver depositato in procura, il 18 Dicembre 2007 (quindi poco più di un mese dopo il famigerato acquisto di Antonveneta), un esposto, in cui si denunciavano certe storture del sistema imperante in quegli anni. Ha sottolineato il costo subìto dalla Città per difendere il limite del 51% (considerato dal PD ‘invalicabile’) di quota azionaria maggioritaria della Fondazione MPS sulla Banca, che, di fatto, ne ha compromesso il patrimonio. De Mossi ha ricordato anche al Valentini la promessa, nella campagna elettorale del 2013, di redigere un libro bianco sulle vicende MPS…su cui Il Sindaco uscente ha fatto, bellamente, orecchie da mercante…replicando invece sulla stoccata circa il sms inviato a Matteo Renzi per le prime nomine in Fondazione, di sua spettanza, - “Matteo, che faccio, procedo?”-, con argomentazioni tali di cui si sente ancora lo stridore degli specchi. Questa la spiegazione del Sindaco: “Siccome ricevevo dalla politica pressioni, ho chiesto aiuto a Renzi…”, che notoriamente, con la politica, non c’entra niente. Monsieur lapalisse. De Mossi rilancia un “vogliamo sapere la verità su cosa è successo alla Città” e l’argomento si chiude.
Evidentemente Valentini ha subito un po’ il colpo, e da consumato politico qual è (e va riconosciuto), alla prima occasione sferra il suo attacco e richiama la proposta (tra il fantasioso e il provocatorio, in effetti) di De Mossi sulla tranvia sotterranea…Il tema sono gli investimenti per lo sviluppo del territorio e le politiche per il lavoro. Dopo l’analisi sul passato, il dibattito vira sulle prospettive del futuro. Qui Valentini ha l’occasione di rivendicare l’azione del suo mandato: salvataggio della Fises (società finanziaria per lo sviluppo, partecipata del Comune) da un decreto del governo (a forte marchio PD, ricordiamolo) che intendeva cancellarla; risanamento del bilancio, incremento del turismo, grazie alle mostre allestite al SMS e agli eventi sportivi. Pedonalizzazione del centro storico e la stipula di diversi patti di collaborazione pubblico-privati per la tutela dei beni comuni sono stati tra gli altri accenni ai risultati dell’Amministrazione.
Si passa all'annucio dei progetti per il futuro: un nuovo centro congressi al SMS (prima promessa elettorale), un centro studi per la tutela dei prodotti DOC e DOP al Palazzo del Capitano (seconda promessa elettorale), un Centro per lo studio delle pandemie, con il contributo della multinazionale GSK (terza promessa elettorale). Ma il colpo di teatro – la promessa più bella, verrebbe da dire - è arrivato quando il Sindaco ha dichiarato la messa a disposizione di 1 milione e 500 mila euro all’anno delle casse comunali per 100 persone da assegnare a lavori socialmente utili, principalmente per il decoro urbano. Reddito pro capite per ciascuno dei 100 beneficiati: 15.000/anno lordi, circa 600 euro mensili nette. Quando si dice le politiche efficaci per il lavoro… Non sono mancati poi da parte del Valentini riferimenti a statistiche sulla qualità della vita cittadina, con i più alti standard nazionali. Da uomo di sinistra qual è e si professa, Valentini non dovrebbe mai dimenticare, però, la regola statistica che ricorda Trilussa: “avere due polli, non vuol dire avere un pollo a testa…”. La nostra Città non è scevra da disuguaglianze sociali e il tema dell’inclusione non deve essere sottovalutato. Infine Valentini ha voluto sottolineare il nuovo modello di valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico, portando ad esempio l’accorpamento della gestione (nessun dettaglio però, né approfondimento sulla questione…) del Museo Civico + Museo dell’Acqua.
Una nota curiosa, che non è passata inosservata, ascrivibile alla sezione ‘spacconate in stile Renzi’: nello sciorinare la buona governance sul settore delle partecipate, di cui si declamano gli utili (per Siena Parcheggi, Acquedotto del Fiora, per esempio…), di cui, però, si omette, anche, di dire che agiscono in regime di monopolio, il Sindaco Valentini ha sentito la necessità di dichiarare che “nel caso si trovasse qualcuno per il quale si dimostri che sono intervenuto per farlo assumere, in qualche partecipata, mi ritirerei dalla candidatura…” . E perché mai qualcuno dovrebbe segare l’albero su cui siede? Insomma, l’uscita è apparsa piuttosto inopportuna e soprattutto non richiesta, né mai oggetto di allusioni.
Sull’argomento ‘come favorire lo sviluppo’ il candidato De Mossi ha rivendicato la necessità di aprire agli investimenti privati sul territorio, puntando su industria del terziario avanzato, trasporti e mobilità, valorizzando la Fortezza e ripensando al progetto dello stadio, guardando alle risorse dei finanziamenti europei, dicendo che la proposta della tranvia sotterranea (dimostrando di aver accusato il colpo inferto dal Sindaco) era solo un esempio, giusto per porre l’attenzione sul tema dei trasporti. Non è sintesi, ha detto proprio così (più o meno).
Sono seguite le domande del pubblico a cui non ho assistito e su cui non posso esprimere alcun parere o commento.
Alla fine, secondo me, il confronto è finito in un pareggio. La necessità di un cambiamento, rivendicata da De Mossi, è istanza molto sentita in Città. Valentini è convinto di aver contributo ad avviarlo, ma in molti invece ne riscontrano il fallimento, soprattutto dopo le promesse fatte nella campagna elettorale del 2013. Nessuna autocritica da parte di Valentini, ma, anzi, attribuzione di risultati di meriti anche non suoi. De Mossi appare ancora legato alle logiche di protesta e insoddisfazione per quanto è stato fatto in passato, ma ancora debole su proposte che non siano generiche.
Solo una cosa, su cui riflettere: durante il dibattito, mi è capitato di essere presente allo scambio di battute tra due supporter delle opposte fazioni, sul filo della polemica puntuta, anche se garbata, conclusasi, però, da una battuta di uno dei due…”non ti ascolto più, tanto vinciamo noi!”.
Evviva la democrazia e il confronto delle idee.

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